martedì 16 febbraio 2010

Piccole considerazioni generali sul Web 2.0 con riferimento ai casi Facebook ed Ebay


Chi di noi non ha ancora pensato a “fare soldi” su internet, scervellandosi giorno e notte alla ricerca di un idea innovativa, semplice, ma allo stesso tempo grandiosa da garantirci un modesto guadagno?

In un era come la nostra, quella del Web 2.0, in cui tutti fanno soldi con idee apparentemente stupide, la competizione si fonda non più sul tipo di servizio offerto, ma sulla sua qualità e su quel conglomerato di servizi aggiuntivi che vi ruotano intorno.

Innanzitutto, come le teorie economiche ci insegnano, affinchè una “comunità virtuale” possa funzionare bene è necessario raggiungere quella che viene chiamata “soglia critica”, cioè un numero di utenti ampio al punto giusto da permettere un efficace scambio di idee. Più precisamente, più sono gli utenti di una comunità, più aumenta la loro utilità. L’utilità totale cresce cosi in modo esponziale.

Un esempio calzante è quello del fax: se solo una persona al mondo possedesse il Fax, la sua utilità sarebbe uguale a zero perché non potrebbe usarlo con nessuno. Se ad averlo fossero in due, la loro utilità sarebbe maggiore di zero, ma comunque bassa dal momento che prima o poi si stuferanno di mandarsi i Fax a vicenda. All’opposto, se ad averlo fosse l’intera popolazione, la sua utilità sarebbe massimizzata in quanto tutti potrebbero comunicare con tutti. La soglia critica viene raggiunta quando un numero minimo di X utenti avranno acquistato il Fax e potranno di conseguenza contattare i loro amici preferiti. Quando questa soglia non viene raggiunta, invece, le ipotesi sono due:

1) Il) Il sistema crolla e va in tilt.

2) I2) Il sistema continua a resistere, ma gli utenti non saranno soddisfatti. Useranno il fax solo per motivi di bisogno e solo in caso di necessità, e saranno costretti a contattare anche chi è “antipatico” pur di comunicare con qualcuno.

Questo principio sta alla base del successo della rete, dal piccolo forum ai grandi Faceboo ed Ebay.

E a proposito di questi due grandi colossi, facciamo adesso due considerazioni di marketing/uso strategico della “conoscenza” generata dal Web 2.0 (carattere importantissimo).

Agli occhi di un comune mortale, di un utente spensierato, di un non studente di economia o materie affini, di una semplice persona distratta, facebook è un semplice social fondato il 4 febbraio 2004 da Mark Zuckerberg, all'epoca studente diciannovenne presso l'università di Harvard, che dopo aver trovato i giusti Venture Capitalist ha avuto successo. Probabilmente sarà stato cosi nella sua mente, chissa, ma face book oggi non è più solo una comunità virtuale. Per le aziende che offrono beni e servizi è anche una fonte infinita di sapere.

Facebook credo che sia, oggi, il più grande archivio al mondo contenente informazioni su milioni di persone. Interessi, hobby, gusti, modi di divertirsi, programmi preferiti, film preferiti……credete sia tutto li per caso?

Questi dati vengono elaborati continuamente, classificati per appartenenza geografica, smistati, esaminati, e alla fine venduti a importanti compagnie multinazionali. Queste, a loro volta, stileranno un report con i bisogni più importanti per i loro clienti e si avvieranno alla produzione di beni e servizi al fine di soddisfarli.

Facciamo un esempio pratico: Facebook decide di esaminare tutti i profili del territorio italiano e francese per conto di una società che si occupa della produzione di videogiochi per pc. Dall’analisi di questi, risulta che il 15% degli italiani è amante dei giochi di azione, mentre in francia il 20% è amante dei giochi avventura. La società di produzione di videogiochi, può produrne solo uno dei due. Dati i risultati di quest’analisi, ceteris paribus (popolazione, costi di produzione, costi logistici e di produzione, ecc…), deciderà di produrre solo videogiochi di avventura per la popolazione francese, in quanto riuscirebbe a vendere più copie e quindi ottenere utili maggiori.

Allo stesso modo, Ebay, fa periodicamente un’analisi approfondita delle centinaia di migliaia di transazioni che avvengono sulla sua piattaforma e, alla fine, ne stila un report. Da questo report, le compagnie multinazionali capiscono quali sono gli andamenti sul mercato del cellulare, qual è il più venduto, di che modello si tratta, perché lo acquistano (per il prezzo o per le caratteristiche funzionali), in quali stati del mondo è più ricercato, qual è il profilo dell’acquirente-tipo, ecc…

Ma non finisce qui.

Ogni giorno, i loro incredibilli strumenti di ricerca spiano le pagine che guardiamo, il tempo medio speso sulle pagine cui clicchiamo, su quali argomenti ci soffermiamo di più….ed è cosi che poi, andando su Facebook ci ritroviamo sempre con gli spazi pubblicitari sulle vacanze o sulle offerte dei pc, anziché accessori per la persona o articoli da pesca.

Qualcuno dice che il Web 2.0 possa ancora fruttare bene, secondo altri è pieno e a breva iniziera un lento declino…. La mia opinione è che il Web è un modo infinito di cui nessuno può fare più a meno. E a chi dice che colossi come Youtube e Facebook crolleranno rispondo che la cosa non mi preoccupa perché ci sarà sempre qualcosa di nuovo, e io sono curiosissimo di scoprire cosa! J

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